Mercato immobiliare commerciale: aumento anche nel 2022
Il report annuale 2023 Omi 2023 conferma sia l’aumento degli scambi, ma anche un calo, seppur contenuto, delle quotazioni medie
Dopo l’aumento rapido di compravendite del 2021, emerso nel report dell’anno scorso, dovuto alla eccezionale ripresa del mercato immobiliare e del ciclo economico a seguito della caduta imputabile alle restrizioni prese per frenare i contagi da Covid, il 2022 dimostra un trend positivo nelle transazioni. Questa tendenza emerge chiaramente dai dati del Rapporto immobiliare non residenziale 2023, dell’OMI (Osservatorio del mercato immobiliare).
I dati relativi alle compravendite di immobili non residenziali rappresentano, nell’insieme, circa il 10% degli scambi totali sono esposti sia in forma aggregata che per i tre principali ripartizioni che costituiscono il settore non residenziale (uffici, negozi e capannoni). Dal report appare chiaro come vi sia uno scenario di continuità della fase espansiva che dal 2015 vede, come unica interruzione e calo nel numero delle transazioni, proprio l’anno segnato dalla pandemia di Covid-19.
Dal Report 2023 dedicato al mercato non residenziale, redatto insieme all’Associazione italiana Leasing (Assilea), si può altresì derivare quella che, da diverso tempo in questo comparto non sembra essere più un fattore nuovo, ovvero che alla incoraggiante risalita dei volumi di scambio si accosta una costante tendenza alla diminuzione dei prezzi medi per tutti i comparti. Considerando l’intero anno e confrontandolo al 2021, i cali più consistenti di valore riguardano i negozi e i capannoni (rispettivamente -1,9% e -1,4%) mentre le quotazioni degli uffici sono rimaste essenzialmente ferme. Se poi confrontiamo il 2022 con il 2008 possiamo vedere importanti diminuzioni con i valori di uffici e capannoni che risultano, a oggi, inferiori di circa il 15% e quasi il 30% per i negozi.
Uffici
Per quanto riguarda l’insieme degli uffici quest’ultimo ha segnato anche nel 2022, una variazione positiva in termini di compravendite. Per un totale di 13.378 transazioni normalizzate il tasso di crescita medio nazionale rispetto all’anno precedente è stato del +7,6%.
Tutte le 3 aree territoriali italiane hanno mostrato un trend di crescita, con valori minimi al Sud Italia (solo +1%) e massimi al Centro e Nord-Ovest (rispettivamente +11,6% e 9,4%) e il Nord-Est che si registra un valore inferiore ad un punto rispetto alla media nazionale (+6,6%).
Lo scenario delle maggiori città per popolazione mostra trend differenti, con una preponderanza di tassi positivi in termini di compravendite per le città di Genova, Venezia, Napoli e Roma. Milano resta la città più dinamica in termini di aumento delle transazioni.
Negozi
Il comparto dei negozi registra un tasso aggregato di crescita delle transazioni prossimo al 5%, il più basso dell’intero settore non residenziale, ma equamente distribuito tra comuni capoluogo e minori.
Tra le macroregioni tutte con variazioni annuali positive, si evidenziano le dinamiche del Sud-Italia, con aumenti vicini al 10%. Le quotazioni medie dei negozi, che a livello nazionale si attestano sui 1.930 euro al mq, mostrano un calo generalizzato; solo tre regioni del Nord-Ovest mostrano tassi in aumento: la Lombardia, il Piemonte, e la Valle d’Aosta.
Capannoni
Gli ultimi dati del Rapporto che riguardano il comparto produttivo è costituito dai capannoni. Il trend positivo di aumento segna un +7% in termini di scambi e a livello nazionale, risulta la maggiore tra i comparti analizzati sia nei comuni capoluogo che in quelli minori.
Tra le diverse macroregioni fanno eccezione il Nord-Est, con un tasso negativo di -2,4% per lo più imputabili alle diminuzioni del Veneto.
Sul fronte delle quotazioni medie, che a livello nazionale si attestano sui 450 euro al mq, si evidenzia comunque un calo di 1,4 punti percentuali rispetto al 2021.